chiedo nuovamente perdono per il mostruoso ritardo, sto cercando di laurearmi prima della fine dell'anno e ho avuto molti problemi .-. ora che tommykaine (che ringrazio molto per l'aiuto che mi dà oltre a betarmi) ha finito la maturità riusciremo a postare più regolarmente (o almeno questa è l'intenzione)
Discipline
La D, come già detto, sta per “Discipline”, la disciplina. Ma che significa?
Significa educare qualcuno a sottostare a regole specifiche dettate da qualcun altro, tramite punizioni per i comportamenti sbagliati ed eventualmente premi per quelli corretti.
La disciplina è una pratica a metà fra D/s e S/m, in quanto tramite le punizioni spesso unisce un lato sadomasochistico a quello di dominazione e sottomissione. Infatti, in un rapporto D/s, se lo slave sbaglia è necessario punirlo per correggerlo e così dargli modo di migliorarsi, almeno agli occhi del Master.
Per la precisione, la disciplina si fonda su un sistema di regole fisse poste dall’educatore all’educando, che si impegna a rispettarle. Quando ne infrange una, l’educatore lo punisce, in modo da, a lungo termine, modificarne il comportamento nella direzione desiderata. È la stessa cosa che si fa con i bambini, semplicemente qui l’educando è un adulto consenziente. Le regole sono scelte dall’educatore per il benessere dell’educando e del suo rapporto con sé stesso e con gli altri, in particolare dell’educatore stesso. Questo vale principalmente per i rapporti fissi e duraturi, ma non è raro trovare uno slave istruito da un Master che non è il suo su commissione.
Ma nel BDSM la disciplina non è usata solo in questo senso, bensì anche come pretesto durante un gioco erotico.
Chi non ha mai letto/scritto/sentito almeno una volta frasi come “sei stato/a un/a bambino/a cattivo/a, adesso dovrò punirti” come preludio di una scena di sesso? Questo avviene anche nella realtà. Specialmente in un rapporto S/m è facile incappare in questo genere di “punizioni”, che nel vero intento dei partecipanti sono meri preliminari ad un rapporto più completo. Un Master sadico potrebbe, per esempio, divertirsi a cambiare le regole in base ad un suo capriccio, giusto per avere un “valido motivo” per punire il proprio slave.
Ma in cosa consiste una punizione?
Le punizioni possono essere di due tipi: fisiche o psicologiche.
Quelle psicologiche consistono, ad esempio, nel rendere pubblico l’errore del sub, nel mostrarlo o raccontarlo ad altri, cosa che non ha assolutamente un riscontro fisico sul sub.
Quelle fisiche, invece, possono essere di tre tipi: dolorose, umilianti o di perdita.
Infliggere dolore è il metodo più famoso per punire qualcuno, tanto che fino a circa un secolo fa uno dei metodi utilizzati dalla giustizia del mondo “civilizzato” verso i criminali era la flagellazione. In un contesto BDSM le punizioni corporali che implicano dolore possono essere molto varie, dalla semplice sculacciata ad una più raffinata serie di frustate o bastonate alle palme dei piedi.
L’umiliazione fisica, invece, può consistere nel far leccare i piedi o subire un clistere, magari con un limite di tempo prima di poter andare in bagno, per aumentare la pressione psicologica della punizione.
La perdita può essere di libertà, ad esempio legando o imprigionando l’educando per un certo periodo di tempo, o di privilegi, come il negare l’orgasmo per diverso tempo.
L’argomento delle punizioni verrà approfondito più avanti nel post apposito.